Nazionale

Terzo settore, operativo in autunno il Registro unico

L’avvocato Gabriele Sepio, dalle pagine del Sole 24 Ore, fa il punto sullo stato dell’arte del percorso di riforma legislativa del terzo settore

 

Il Consiglio nazionale del terzo settore fa il punto sui prossimi step in programma nella riforma. Questo quanto emerge dalla riunione tenutasi giovedì 6 febbraio presso il ministero del Lavoro. Numerosi i punti all’ordine del giorno: dai recenti interventi che la legge di bilancio ha introdotto nel mondo non profit (ad esempio, l’aumento del tetto massimo di spesa del 5 per mille che da milioni di euro arriverà a milioni nel triennio 2020-2022) fino all’approvazione degli schemi di bilancio per gli enti del Terzo settore. A completare il quadro, lo stato dell’arte della riforma.

Di prossima uscita in Gazzetta Ufficiale dovrebbe essere il decreto ministeriale sulle erogazioni liberali, mentre ci sarà ancora da attendere per i decreti relativi alle linee guida su raccolta fondi e social bonus. Questi ultimi, infatti, prevedono un iter più articolato, in quanto il primo dovrà passare al vaglio della cabina di regia presso la Presidenza del consiglio, mentre il secondo richiederà l’interazione obbligata tra Mef, Mibact e ministero dell’Interno con successivo parere del Consiglio di Stato.

Confermata l’operatività del Registro unico (Runts), trascorsi i mesi dal passaggio del testo definitivo del decreto alla Conferenza Stato-Regioni (che dovrebbe avvenire entro i primi di marzo). Il decreto è in fase di ultimazione dopo un serrato confronto che ha visto coinvolte Regioni, ordini professionali e rappresentanti del mondo non profit. L’osservanza di tali tempistiche consentirebbe a Unioncamere, incaricata di realizzare la piattaforma per la gestione del Runts, non solo di avere un testo definitivo ma anche di perfezionare i processi per l’iscrizione degli enti e la gestione dei dati in maniera uniforme a livello nazionale, il tutto entro settembre.

Tre, invece, i temi su cui si sta lavorando per chiudere i punti più complessi. Il primo riguarda le reti associative che ad oggi rappresentano circa il 60% del panorama non profit e per le quali si sta tracciando una definizione univoca che consenta di delineare meglio il regime giuridico e la gestione nel Runts. Il secondo concerne, invece, l’interazione tra Runts e i vari registri di settore: per il registro imprese occorrerà un’attività di raccordo tra ministero del Lavoro e Mise, mentre per le Onlus si registra già un canale di collaborazione con l’amministrazione finanziaria per definire il passaggio nel Runts.

Altro tema affrontato riguarda il raccordo con il registro Coni: si dovrebbe arrivare a un documento congiunto per regolamentare l’iscrizione degli enti sportivi e il coordinamento delle disposizioni del codice del terzo settore con quelle Coni. Particolarmente attesa, inoltre, la conferma del regime agevolato sui compensi sportivi entro i 10mila euro anche a seguito dell’iscrizione al Runts.

In materia di imprenditoria sociale, si attende di fare il punto sulla disciplina dei controlli e delle linee guida relative alle modalità di coinvolgimento di lavoratori e utenti.

Affrontate anche le tempistiche per l’approvazione delle misure fiscali da parte della Commissione europea e per l’invio dell’autorizzazione. Dal ministero arriva la conferma che i lavori stanno proseguendo presso la Presidenza del consiglio e che il tavolo congiunto tra Mef, agenzia delle Entrate e ministero del Lavoro è impegnato nella produzione documentale richiesta dall’Ue per il vaglio definitivo. (di Gabriele Sepio - da Il Sole 24 Ore del 25 gennaio 2020)